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Approfondimenti e testimonianze in tempo più o meno reale
1923: la nascita della Repubblica di Turchia. Da Costantinopoli ad Ankara quale futuro?”. Alla Libreria Militare di Milano, la presentazione del libro di Roberto Sciarrone
Bravi Ragazzi”, il libro di Romana Ando’. Un’indagine sul mondo sommerso dell’adolescenza maschile
Loreto, La Santa Casa della redenzione Riflessioni sulla Basilica e la sua storia
firmati da Francesca Maccaglia
Riflessioni geopolitiche di Romano Prodi. Dal duopolio mondiale USA Cina ai nuovi scenari possibili, 29 novembre ROMA, Accademia delle Belle Arti
“Questo secolo XXI per tutti era uno scenario assolutamente diverso. Siamo ancora nel bipolarismo, dove Stati Uniti e Cina comandano il mondo, e l’uscita da questo bipolarismo è complicata e sarà complicata”, così ha esordito Romano Prodi, ospite della Conferenza “I giovani e l’Europa in un mondo in transizione”, che si è tenuta presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, nell’Aula Magna dedicata alla storica dell’arte, curatrice di mostre e docente all’Accademia, Lea Mattarella. Al tavolo dei relatori Cecilia Casorati, Direttrice dell’Accademia di Belle Arti di Roma, Giuseppe Carmine Soriero, Presidente dell’Accademia di Belle Arti di Roma e Alessandro Bianchi, Direttore della Scuola La Fenice Urbana.
“Ci teniamo particolarmente a sentire le illuminate parole del nostro Presidente, – ha dichiarato la direttrice Casorati – un argomento difficile e sempre attuale, l’Europa e i giovani, come l’Europa non sia una speranza ma sia in realtà il momento futuro per le nostre generazioni giovani. L’arte come elemento politico della società, è una cosa a cui noi crediamo molto, perché in qualche modo è la certezza, il nostro lavorare come professori di Accademia sia proprio quello di dare una coscienza del loro possibile ruolo all’interno della società, una coscienza del loro ruolo di artisti, designer e creativi in generale, all’interno della società, che è un ruolo importantissimo”. Giuseppe Carmine Soriero, in passato collaboratore del ministro, con la carica di sottosegretario di Stato al Ministero dei trasporti e della navigazione durante il primo Governo Prodi, ha ricordato quando cominciarono a lavorare dopo il rientro del Prodi da Bruxelles e la sua esperienza di Presidente della Commissione Europea, “Quel riferimento ideale, il Manifesto “L’Europa, il sogno, e le ceneri”. Era il 2004, sono passati vent’anni, ma la forza di quelle frasi, di quelle indicazioni hanno ancora tanta vitalità.
Il Presidente Prodi ha saputo raccontare i capisaldi della storia e della crescita dell’Europa facendo riferimento ai quadri di Brugel, ad esempio, ai grafici che hanno pensato la moneta dell’Euro, cioè ai riferimenti forti che trovarono proprio nell’arte la ragion d’essere di una vitalità reattiva della società civile rispetto ai poteri che vengono a dare tutto per scontato nelle sorti del mondo. Con l’arte i giovani intendono esprimere un impulso forte verso la pace, verso la solidarietà, verso il futuro”.
Alessandro Bianchi, già ministro nel Governo Prodi, ha commentato, “L’Accademia di Belle Arti con queste iniziative copre il terzo versante delle attività tipiche di un livello accademico, vale a dire, accanto alla didattica e alla ricerca, quella della diffusione, che si chiama “terza missione” in gergo; con questo significa prendere contatto con il mondo che ci circonda, una delle cose che le Università hanno imparato a fare un po’ meglio. L’argomento scelto dal Presidente Prodi è quello dei giovani e L’Europa, un mondo in transizione. Egli è stato uno dei protagonisti dell’Europa e di cui oggi è ancora uno dei più attenti osservatori e commentatori. Questo mondo di transizione, credo che sia è un problema centrale della società dei nostri giorni, è vero che tutto è cambiato nel tempo, è vero che questi cambiamenti stanno avvenendo ad una velocità particolarmente elevata, e in una dimensione che non possiamo considerare solo italiana. Nuovi fenomeni si stanno affacciando in questi tempi: la questione ambientale sempre più aggravata dalla crisi climatica, il differenziale demografico, l’inflazione urbana, le sperequazioni economiche e l’intelligenza artificiale”.
In una sala gremita di studenti e docenti dell’Accademia e illustri personalità, il Prof. Prodi ha iniziato la sua “lectio” partendo da una riflessione sul libro pubblicato nel 1992, scritto da un politologo americano con un cognome giapponese, Francis Fukuyama, intitolato “La fine della storia”, perché era caduta l’unione Sovietica, gli Stati Uniti erano molto forti e si riteneva di essere di fronte al secolo americano; dopodiché è capitato di tutto. La storia si è accelerata, ha affrettato i suoi ritmi, siamo passati attraverso un processo di globalizzazione, che avrebbe dovuto portare a una convergenza tra Stati Uniti e Cina; invece è successo proprio l’opposto. Nella realtà, infatti, non solo c’è una distanza crescente tra i due grandi protagonisti del mondo, ma c’è anche un maggiore equilibrio. La crescita cinese è stata così impetuosa in questo periodo di tempo da avvicinarsi agli Stati Uniti, da portare quindi il dualismo nel mondo. “La politica internazionale – ha commentato il Presidente – deve essere come un ponte. Su ogni ponte passano i camion, le biciclette, le automobili, ciò che occorre fare è rispettare le regole del traffico; invece, dal versante americano occidentale si pensa alla superiorità della democrazia e che la si debba imporre ad altri, e all’inverso avviene nella Cina. Questo porta gli allontanamenti, a una dottrina sempre più rigorosa, sempre più rigida da parte occidentale e un comunismo sempre più duro da parte cinese”. (...)
L’instancabile sogno. Massimo Ranieri e l’arte dello spettacolo
VITERBO, 9 Settembre 2024
Dal concerto rock all’opera e alla lirica, dal festival jazz al liscio, dalla musica popolare al musical, al blues, le iniziative musicali rappresentano un forte elemento attrattivo per i territori e le città. La musica è il linguaggio, specie se vissuta dal vivo, comunica emozioni e sensazioni senza tempo e confini. Nessun linguaggio al mondo parla di bellezza, speranza e pace più della musica: è il primo ed unico linguaggio universale. La magia dei suoni penetra la realtà che si sta vivendo in un determinato momento. Si diviene memoria attraverso le emozioni catturate dentro noi.
Un artista straordinario, dal linguaggio musicale universale capace di irradiare grandi emozioni, è stato ospite, sabato 7 settembre 2024, nella Città dei Papi. Un evento live nell’ambito dei festeggiamenti della sua amatissima patrona, santa Rosa. Un Mito della canzone italiana dalla carriera baciata dal successo eccezionale, sul palcoscenico di Pratogiardino. Massimo Ranieri a Viterbo in una delle numerosissime date del suo ultimo tour, Tutti sogni ancora in volo, iniziato lo scorso anno, il 30 luglio 2023, all’Auditorium Parco della Musica di Roma, si concluderà il 29 aprile 2025 al Teatro Storchi di Modena.
Il celebre compositore, pianista e direttore d’orchestra statunitense del secolo scorso, George Gershwin, affermava “Mi piace pensare alla musica come a una scienza delle emozioni”, e, Massimo Ranieri, da sempre un grande narratore di emozioni, anche a Viterbo, ne ha regalate moltissime. Nel Parco della città, con una storia molto antica risalente al XIV secolo, il pubblico ha potuto gustare l’intensità delle sue interpretazioni musicali e sceniche.
L’apertura della serata, la sua prima uscita sul palco in giacca bianca doppiopetto, camicia azzurra e pantaloni scuri, l’esecuzione di un brano straordinario degli anni Sessanta, La voce del silenzio, uno dei più grandi classici della storia del Festival di Sanremo, magnificamente interpretata. Al termine del brano l’artista rivolgendosi al pubblico ha approfondito il significato del suo tour Tutti i sogni ancora in volo. Prima di essere il titolo di questo spettacolo, – afferma – è la frase di una mia canzone, probabilmente una delle più belle che ho cantato, sicuramente la più famosa, ma per me questa frase è molto di più, è un modo di vivere. Per quanto mi riguarda, i sogni devono continuare a volare, sempre. Eppure quando sono nato tutto ciò mi è stato un po’ negato, le esigenze e le priorità ovviamente erano altre, famiglia numerosa e quant’altro. Una volta mi sono detto, “basta mo’ me so scocciato, adesso voglio sognare pure io, tutto sommato è gratis, me lo posso permettere”, e da allora è passato tanto tanto tempo. Non solo ho imparato a sognare, ma lo faccio ancora oggi e continuo a farlo. Mai smettere di sognare. Il sogno è innato nella natura umana, se ci pensate “Io sono” non è così diverso da “Io sogno”. (...)